L’Oliva Tenera Ascolana (Olea Europea Sativa), denominata anche Liva Concia, Liva Ascolana o Liva di San Francesco.
È una varietà molto apprezzata per le olive particolarmente grosse (8-10 grammi), di colore verde chiaro alla raccolta e ricche di polpa molto tenera e saporitissima.
Viene impollinata dalle varietà Pendolino, e da altre varietà di olivi da olio tipo Leccino o Moraiolo.
Della loro qualità scrissero Catone, Varrone, Marziale, Petronio Arbitro che racconta, nel Satyricon, di come fossero sempre presenti sulla tavola di Trimalcione. Sisto V le menziona in una lettera di ringraziamento indirizzata agli Anziani di Ascoli.
Grandi estimatori della specialità furono anche Gioachino Rossini e Giacomo Puccini. Giuseppe Garibaldi ebbe modo di assaggiarle, sia in salamoia e sia ripiene, il 25 gennaio 1849, durante il suo breve soggiorno ascolano. Il generale ne rimase colpito e tentò di coltivare a Caprera le piantine avute dal suo fedele amico Candido Augusto Vecchi, ma non riuscì nel suo intento.
La produzione delle olive ascolane in salamoia rimase una preparazione familiare o artigianale fino alla seconda metà dell'Ottocento.
Intorno al 1875, Mariano Mazzocchi, ingegnere ascolano, avviò un'attività di tipo industriale per la produzione e commercializzazione del prodotto.
Da novembre 2005 ha avuto il riconoscimento DOP trasformando il suo nome in "Oliva Ascolana del Piceno DOP".
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